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Siamo il Liceo Scientifico “E. Fermi” di Nuoro. Per questa edizione del progetto ASOC, la nostra scuola ha
deciso di coinvolgere diversi ragazzi delle classi quarte. Prima di iniziare il percorso vero e proprio il 10 novembre l’università della nostra città, in collaborazione con il centro Europe Direct, ha organizzato un incontro formativo dedicato agli opendata. Il lavoro è stato organizzato in tre laboratori, in modo tale che ogni gruppo potesse partecipare a due di questi. A ogni laboratorio era associata una lezione: descrizione dei dati aperti, costruzione di mappe a partire dai dati aperti, rappresentazione dei dati aperti. Nel laboratorio 2 i coordinatori ci hanno spiegato cosa sono le mappe e la loro importanza. Abbiamo imparato che esistono varie tipologie di cartine geografiche, le quali possono rappresentare la Terra mettendone in risalto una determinata area. Pertanto la scelta di una mappa dominante risulta essere anche una scelta politica ed economica. Facendo riferimento ai dati presenti sul sito http://www.sardegnageoportale.it/ abbiamo discusso dei Data set geografici, ovvero griglie di valori col relativo riferimento geografico; a seconda del luogo e di ciò che si prende in considerazione, le informazioni sono rappresentate mediante rette, punti e poligoni. Le informazioni da noi analizzate sono dati in formato libero, cioè è possibile visualizzarli da qualsiasi dispositivo informatico senza alcun vincolo contrattuale o mediante l’utilizzo di software da acquistare. Nel laboratorio 1 abbiamo imparato diverse nozioni sugli Open data che, come dice il nome, sono dati in formato aperto o libero e che possono avere una determinata licenza giuridica, ovvero il copyright. Quest’ultimo, detto anche diritto d’autore, è una tutela per il creatore di un’opera intellettuale (musicale, informatica, letteraria, matematica ecc.) affinché essa resti protetta. I diritti patrimoniali o economici, invece, possono essere rivendicati dai successori e tali diritti decadono ai 70 anni dalla morte del creatore dell’opera, mentre la paternità dell’opera stessa non ha scadenza. Inoltre ci è stato insegnato che una creazione può essere di pubblico dominio e in tal caso chiunque può utilizzare quell’opera, anche per scopo di lucro. E’possibile poi l’uso scolastico di determinate opere intellettuali, che ne permettono lo studio senza alcun vincolo. Gli Open data vengono anche analizzati da esperti che li utilizzano in vari modi. Negli ultimi anni sono per esempio nate delle società che li sfruttano a loro vantaggio, mettendo in contatto i venditori con i consumatori (Amazon, TripAdvisor, Uber, Trivago ecc.). Anche i grandi Social Network (Facebook, Instagram ecc.) ne fanno uso per raccogliere informazioni sui singoli e tramite annunci pubblicitari poter proporre loro ciò che possono interessarli. In seguito, il 17 novembre abbiamo assistito a una lezione tenuta dai referenti del centro Europe Direct. In questa occasione abbiamo analizzato gli obbiettivi del progetto ASOC (A Scuola di Open Coesione) e discusso delle politiche di coesione, che hanno come obiettivo ridurre il divario economico tra le diverse zone politiche e geografiche e migliorarne la vita, mediante l’utilizzo di fondi pubblici. Le risorse dedicate alle politiche di coesione possono essere di due tipi: Europee o Nazionali. Esistono dei cicli di programmazione dalla durata di 7 anni, terminati i quali, viene valutato l’impatto di queste politiche in una determinata area; è possibile però usufruire di questi fondi anche entro i 2 anni successivi alla chiusura del ciclo (quello attuale va dal 2014 al 2020). I fondi Europei sono di due tipi: diretti, ovvero richiesti direttamente a Bruxelles; indiretti, gestiti poi dalle singole regioni. Questi fondi vengono poi investiti in alcune opere, presenti sul sito http://www.opencoesione.it/ sotto formato di dati aperti. Ciò permette una partecipazione e un monitoraggio civico. In seguito alla lezione, il nostro team è stato diviso in due gruppi. Ognuno aveva il compito di scegliere un progetto finanziato dall’UE per la nostra città tra quelli elencati nel sito http://www.opencoesione.it/. Le due proposte sono state “Implementazione robot chirurgico multidisciplinare” e “Lavori di adeguamento campi da tennis, calcetto e percorsi stradali di collegamento Farcana”. Dopo averle presentate, si è tenuta una votazione per decidere il progetto più apprezzato. La scelta è quindi ricaduta sul robot chirurgico adoperato nell’ospedale “San Francesco” di Nuoro. Abbiamo scoperto che questo progetto è stato avviato il 23/03/2011 e portato a compimento il 29/03/2011, rispettando le date previste. Ha ricevuto un finanziamento pari a €1.008.000,00, di cui €250.000 dall’UE, €502.500 dal Fondo di Rotazione, €247.500 dalla Regione e €8.000 da altre fonti pubbliche. Il 22 novembre ci siamo poi riuniti nella nostra scuola. Inizialmente, abbiamo stabilito i ruoli di ogni membro del team, denominato“Equipe4rms”:
come l'insieme di medici che lo utilizza, il nostro gruppo cerca di divulgare le potenzialità dell'unico robot chirurgico presente in Sardegna, mentre "4rms"; indica le quattro braccia che costituiscono l’apparecchiatura. Successivamente ci siamo dedicati alla scelta del nome del progetto, optando per “Operazione da Vinci”. Infatti, il macchinario si chiama appunto “Robot da Vinci” poiché la forma ricorda il sistema di carrucole ideato dal grande Leonardo. La nostra ricerca è rivolta principalmente a diffondere interesse verso le apparecchiature sanitarie che migliorano e supportano il delicato lavoro dei medici e a tutti coloro che dovessero aver la necessità di sottoporsi a un intervento chirurgico. Questo progetto ha anche come obiettivo ottenere maggiore visibilità per questo utilissimo strumento, promuovendo tutte le sue potenzialità e favorire in seguito l’eventuale acquisto di altre apparecchiature che possano semplificare e ottimizzare il lavoro dei medici.
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Il 15 Dicembre ci siamo riuniti all'Europe Direct per affrontare la seconda lezione. L'obiettivo di questo incontro era analizzare il Programma Operativo (PO) e il Rapporto Annuale di Esecuzione (RAE) del nostro progetto (il robot Da Vinci). Il PO rappresenta la documentazione a livello Europeo e perciò comprende l'analisi del progetto e gli obiettivi che propone. Esso è inoltre composto dagli assi, che rappresentano le tipologie dei piani di lavoro (es. ASSE I, ASSE II, ASSE III...). Il robot che stiamo analizzando appartiene all'ASSE II (Inclusione, Servizi Sociali, Istruzione e Legalità) Il RAE descrive come il progetto si è evoluto nel corso di un anno.
Abbiamo inoltre analizzato nuovamente gli open data, mettendo in evidenza la differenza fra i dati primari e quelli secondari: ❖ I primari sono quelli raccolti in prima persona da chi fa una ricerca e sono pertanto dati creati dallo stesso ricercatore, che non sono reperibili fino a che l’analisi non è terminata. ❖ I dati secondari sono i dati a cui generalmente si ha libero accesso, reperibili on-line o su dei libri, ovvero quelli di cui ci occuperemo in questa lezione. La PA (Pubblica Amministrazione) ha anche il compito di gestire i dati dei progetti nei quali sono investiti i fondi europei e regionali ed è per questo che è possibile trovare informazioni sul sito della PA. Queste informazioni possono essere pubbliche (pertanto in formato aperto) o riservate e in tal caso, per potervi accedere, è necessaria un’istanza di accesso in cui si motiva la necessità di consultarle. Il 21/12 ci siamo riuniti a scuola per l'elaborazione, l’approfondimento dei dati e la suddivisione dei compiti. Abbiamo organizzato tre ulteriori incontri il 9, il 10 e l’11 gennaio 2018, per riorganizzare, confrontare i nostri elaborati e concludere il lavoro. In particolare, i designers si sono occupati di creare la timeline relativa al nostro progetto in collaborazione con gli storytellers, l’head of research e l’analista hanno compilato i campi relativi alla seconda lezione del Research Design. Inoltre sono state organizzate e aggiornate le cartelle con i relativi contenuti all’interno dell’account Google Drive. Per lavorare a questo progetto siamo partiti dall'idea di voler sapere come fosse nato il robot Da Vinci, su come la nostra regione abbia utilizzato i fondi statali per cercare di diffonderlo nelle nostre aziende ospedaliere e, in base ai dati raccolti, scoprire se questi fossero stati utilizzati in modo congruo e trasparente. Contando che questo robot è in grado di assistere il chirurgo per salvare vite umane, la motivazione principale che ci ha spinto a portare avanti il project work è favorire il suo sviluppo e la sua diffusione cercando di eliminare tutti quelli che potrebbero essere i suoi difetti o difficoltà di utilizzo. Per farlo abbiamo raccolto gli open data presenti nel sito regionale e varie informazioni su enciclopedie mediche e internet. La chirurgia, e in particolare la chirurgia robotica, è di per sé un argomento affascinate e particolare da affrontare, ha infatti coinvolto e intrigato tutti i membri e i reparti del nostro progetto. Il nostro lavoro ha avuto inizio con la ricerca di informazioni e dati più approfonditi riguardo il robot chirurgico da Vinci. Innanzitutto svolgendo ricerche su internet, abbiamo trovato delle delibere dell'Azienda Sanitaria Locale(ASL) relative all'introduzione del macchinario nella nostra città. In una di queste siamo venuti a conoscenza che l'ASL di Nuoro risultò beneficiaria di un contributo pari a € 2.000.000 destinati ai seguenti interventi: ● acquisto di un Cardioangiografo da destinare al Servizio di emodinamica ed elettrofisiologia; ● implementazione del robot da Vinci già in dotazione al reparto di chirurgia del San Francesco. Andando avanti con le ricerche ci siamo informati su chi sia il produttore a livello mondiale, ovvero Intuitive Surgical Inc. che è il leader globale nella tecnologia della chirurgia robotica mininvasiva; il vantaggio nell'utilizzo di questi strumenti è operare con una maggiore precisione. Per quanto riguarda l'Italia a occuparsi della distribuzione di tecnologie medicali, tra le quali anche il nostro robot, è un'azienda chiamata "abmedica", sulla quale abbiamo acquisito informazioni tramite il suo stesso sito internet. Dal 2006 ad oggi, in Italia, si conta un incremento dell'utilizzo delle procedure robotiche e un numero sempre maggiore di chirurghi coinvolti. Le installazioni sono via via aumentate nel tempo fino ad arrivare alle attuali 74. Successivamente abbiamo rinvenuto degli articoli pubblicati on-line su alcuni quotidiani della nostra regione (Unione sarda e Nuova Sardegna); all'interno di questi si parlava dell'introduzione di tecnologie medicali in Sardegna e dell'efficacia con cui sono stati svolti alcuni interventi. Ci siamo poi imbattuti in rete in una brochure relativa a un corso di formazione organizzato per l'utilizzo di questi nuovi macchinari; quindi, abbiamo deciso di approfondire l'argomento dei corsi di formazione per capire se questi siano organizzati in maniera appropriata o debbano essere incrementati. I dati raccolti finora ci hanno permesso di individuare i temi principali della nostra ricerca e svolgeremo delle indagini sulla situazione del robot da Vinci nel nostro territorio (per esempio se i medici hanno ricevuto effettivamente una preparazione adeguata in merito al suo utilizzo) potremmo inoltre mettere a confronto il contesto dell'ospedale di Nuoro con quello di altre città ed infine individuare le migliorie che possono essere applicate. Gli obiettivi futuri del nostro project work sono diffondere e far scoprire gli open data e successivamente far conoscere il robot da Vinci e le sue modalità di utilizzo. Non tutti infatti sanno utilizzare i dati aperti forniti dalla regione, o più semplicemente non ne conoscono l'esistenza. Come secondo obiettivo ci poniamo di far comprendere alla popolazione l'utilità degli open data e l'importanza dell'investirci maggiormente, in modo tale da garantire una migliore informazione del singolo cittadino su appalti pubblici e utilizzi di fondi statali e/o europei; sensibilizzare i cittadini è infatti importante non solo per permettergli di esprimersi sull'operato del mandato comunale, ma anche perché possa conoscere in modo più approfondito il luogo in cui risiede; quella che vogliamo ottenere è anche una crescita personale, in quanto siamo noi a impegnarci attivamente in questa attività di ricerca
Blog 3.1
In questo evento abbiamo deciso di coinvolgere le classi terze e quarte del nostro istituto. Innanzitutto, ci proponiamo di presentare loro il nostro progetto e renderli partecipi del lavoro svolto da noi in questi mesi. Inseriremo poi l'iniziativa ASOC in un contesto più generale affrontando la tematica dei dati aperti.
Blog 3.2
-DESCRIZIONE EVENTO
Sabato 10 febbraio, nell’aula magna della nostro liceo, abbiamo organizzato la nostra giornata informativa (in occasione della #SAA2018) per le classi della scuola sul lavoro finora svolto; erano presenti ospiti d’eccezione come il primario di chirurgia Carlo De Nisco, l’ingegnere dell’AB Medica Silvia Cabiddu e il team del centro Europe Direct Nuoro. Programma:
Nuoro_A occuparsi della produzione dei robot chirurgici "da Vinci" è l'Intuitive Surgical, azienda americana della Silicon Valley. Periodicamente, essi sviluppano modelli più efficienti e migliorati rispetto ai precedenti e promuovono la sostituzione di questi ultimi. Questo è successo anche per l'ospedale San Francesco di Nuoro. Infatti, esso disponeva già dal 2009 del robot "da Vinci S". Il macchinario è stato poi sostituito nel 2011 con il modello successivo e attualmente in uso, il "da Vinci Si". Per ottenerne l'implementazione sono stati stanziati €1.008.000, richiesti dall'ASL di Nuoro. Secondo i dati presenti nel sito di Opencoesione, i tempi previsti da tale provvedimento sono stati pienamente rispettati (23/03/2011-29/03/2011). In Sardegna sono presenti due installazioni, infatti oltre a quella del San Francesco di Nuoro, ce n'è una nell'ospedale Brotzu di Cagliari. Nell' "infografica interattiva 1" possiamo vedere come la regione con più installazioni è la Lombardia con 22 robot, mentre il Molise non ne possiede. Come si può dedurre dal "grafico 1", l'evoluzione della chirurgia robotica ha portato risultati molto significativi nel corso degli anni e questo è ciò che ha fondamentalmente spinto l'ASL a fare richiesta di questa struttura tecnologica. Per analizzare al meglio i campi in cui si ricorre all'utilizzo del robot e comprendere i vantaggi e gli svantaggi che ne derivano, bisogna in primo luogo fare una distinzione fondamentale. Esistono tre tipi di chirurgia: open, laparoscopica e robotica. Nella chirurgia "open" la convalescenza è molto più duratura e dolorosa. In più, in questo tipo di operazioni il chirurgo lavora con strumenti basilari e non ha perciò una visione completa di nervi e vasi sanguigni, aumentando così il rischio di imprecisioni e/o situazioni aggravanti. Nella chirurgia laparoscopica, al contrario, si opera attraverso dei fori del diametro di circa un centimetro e ciò comporta una netta riduzione del dolore e dei tempi di guarigione. Inoltre, il chirurgo dispone di strumenti molto più piccoli e precisi. Tuttavia è necessaria una forte interazione tra il chirurgo e l’assistente, il quale ha il compito di controllare la telecamera che fornisce però una visione 2D e naturalmente non statica, a causa del (seppur lieve) tremolio della mano. Nella chirurgia robotica, anch’essa di tipo laparoscopico, l’intera operazione viene svolta attraverso l’utilizzo dei bracci del robot, guidate a distanza da un chirurgo. Quest'ultimo sfrutta infatti una console posta a una certa distanza dal tavolo operatorio ed essa, mediante un visore, permette una visione tridimensionale della zona operata. Anche in questo caso, comunque, ha fondamentale importanza la cooperazione tra il chirurgo e gli assistenti al tavolo, in quanto essi hanno il compito di supervisionare la procedura, indicare eventuali problemi e guidare le conseguenti correzioni. Ciò avviene attraverso uno schermo touch-screen che mostra il campo operatorio. Questo tipo di intervento viene applicato prevalentemente in urologia, ginecologia e, solo a partire da qualche anno fa, anche in chirurgia generale (vedi "grafico 2"). Sulla base di questa descrizione, emergono sicuramente i diversi vantaggi della chirurgia robotica: operazioni più precise, traumi post-operatori più lievi, minore impegno fisico-psicologico a carico del chirurgo e di conseguenza più ergonomia (data dal fatto che il medico può assumere una posizione più comoda), maggiore staticità dell’immagine con aumento della risoluzione in HD e una maggiore facilità nell’individuare nervi e vasi sanguigni. D’altro canto, però, l’adozione e l’impiego del robot comportano un maggiore dispendio economico e una dilatazione dei tempi precedenti e successivi all'operazione. Sarebbe auspicabile, sia per l’evoluzione della chirurgia sia per il paziente che si sottopone a questo tipo di intervento, una maggiore informazione e sensibilizzazione riguardo alla chirurgia robotica.
Blog 4
Il 31 gennaio 2018 alcuni del nostro team si sono recati all’ospedale San Francesco di Nuoro, dove siamo stati accolti dal primario di chirurgia Carlo De Nisco. Dopo averci presentato il robot nei suoi aspetti generali, insieme al primario ci siamo recati in sala operatoria per avere un approccio diretto con la macchina. Abbiamo così potuto osservare in prima persona la struttura del robot. Esso si compone di 4 bracci che funzionano grazie a un sistema di carrucole e di cui 3 usati come strumenti e 1 usato come telecamera. Quest’ultima garantisce una visione 3D full HD della regione soggetta all’operazione. Il robot si controlla tramite una console divisibile sostanzialmente in 3 parti:
Domanda 1 Cosa ha spinto l'ospedale San Francesco a richiedere l'installazione del robot chirurgico? Esiste un qualche report su incidenze e risultati relativi al suo sfruttamento che ha influito su questa scelta? Risposta 1 La scelta fu legata alla presenza a quei tempi di medici e dirigenti amministrativi illuminati, che credevano nell'applicazione della tecnologia in campo sanitario. Il risultato che si voleva ottenere era quello di creare un polo di formazione ed attrazione per questa nuova tecnologia in ambito regionale. Domanda 2 Quali sono i vari pro e contro dell'utilizzo del Robot in un intervento chirurgico? Risposta 2 I pro e i contro sono presenti in tutti gli interventi chirurgici perché la tecnica è sempre la stessa da quando è nata la chirurgia, quello che cambia è la scelta nel tipo di tecnologia utilizzata per ottenere lo stesso risultato. Cioè, posso essere operato a cielo aperto, in laparoscopia o in robotica ottenendo lo stesso risultato oncologico usando più o meno la tecnologia a disposizione. La robotica rappresenta la tecnologia più moderna per ottenere questo risultato. Pensate per esempio a un viaggio in macchina o in aereo 30 anni fa rispetto ad adesso! il viaggio è lo stesso, cambia con cosa lo fai. Domanda 3 Quali vantaggi e svantaggi ha l'adozione del robot chirurgico da un punto di vista strettamente economico? Risposta 3 Il sistema robotico, attualmente, è molto costoso rispetto alle altre tecnologie utilizzate (come la laparoscopia) e i vantaggi del suo uso devono ancora essere validati dalle società scientifiche. Come per tutte le cose tecnologiche, prima che i costi si possano abbassare deve passare molto tempo. Basti considerare il prezzo di un computer 15 anni fa e i prezzi dei computer attualmente!
Blog 5
Il progetto da noi selezionato riguarda l’implementazione del robot chirurgico “da Vinci” all’ospedale San Francesco di Nuoro. La nostra scelta è stata guidata dall’interesse per l’innovazione tecnologica e le sue implicazioni nel settore medico.
Dai dati presenti sul sito di Opencoesione abbiamo ricavato un buon numero di informazioni sullo stato di avanzamento del progetto e sui finanziamenti forniti per la sua attuazione. Il suo svolgimento ha avuto luogo tra il 23 e il 29 marzo 2011. I pagamenti necessari sono stati effettuati nella loro completezza e il robot è stato acquistato e installato nei tempi previsti La nostra ricerca si è incentrata sostanzialmente sulla raccolta di informazioni sul sistema da Vinci e sui risultati che sono stati ottenuti con il suo acquisto e il suo utilizzo. Il nostro team ha portato avanti in primo luogo un lavoro di ricerca su internet che si è articolato soprattutto nelle prime tre tappe del progetto. Abbiamo così scoperto che il robot è prodotto da una ditta americana, la Intuitive Surgical, e che a occuparsi della sua distribuzione in Italia è l’azienda Ab Medica. Abbiamo inoltre ottenuto diversi dati sulle caratteristiche del robot da un punto di vista funzionale, che abbiamo poi avuto occasione di approfondire con l’intervista al primario in chirurgia Carlo De Nisco e alla referente dell’AB Medica Silvia Cabiddu. Il dottore ci ha inoltre fornito informazioni sulla nascita della chirurgia robotica, sul suo sviluppo e su vantaggi e svantaggi del suo utilizzo che abbiamo potuto sfruttare all’interno nostro lavoro di analisi. Quest’ultimo si è svolto perlopiù nei vari incontri da noi organizzati nel corso di questi quattro mesi a scuola. Sarebbe sicuramente utile promuovere un lavoro volto all’informazione pubblica, in modo tale da garantire una maggiore sensibilizzazione al tema dell’innovazione tecnologica e una maggiore consapevolezza del servizio offerto dall’ospedale della nostra città. Speriamo di mantenerci in contatto con il primario de Nisco, per conoscere l’andamento dell’utilizzo della tecnologia “da Vinci”, e per saper se un domani il “da Vinci Si” verrà sostituito con un modello più moderno.
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